Quando ero bambina per me il Natale era il giorno dei regali.
Mi sentivo amata se ricevevo quello che desideravo e se vedevo sotto l’albero tanti pacchetti.
Di conseguenza temevo due cose in particolare: la prima era appunto che io e mio fratello non ricevessimo esattamente quello che avevamo chiesto, la seconda era che i miei genitori ci rimanessero male se noi non fossimo stati contenti dei nostri regali. In più quel giorno ai miei occhi doveva essere un giorno speciale per tutti, tutti felici, tutti contenti.
La mia immagine ideale del Natale mi ha fatto soffrire spesso.
L’immagine ideale che abbiamo delle cose, delle persone, della vita ci porta tanta sofferenza per cui dovremmo vederla chiaramente per poterla trasformare.
Se ci confrontiamo in continuazione con l’immagine ideale in tutti gli ambiti…cosa ne sarà di noi? Eppure accade proprio questo.
Prendiamo proprio il Natale per esempio. Che visione avete di questa festa?
Tiratene fuori una ideale e quindi un’altra che é il suo contrario cioè quella che temete.
Nel mio immaginario di bambina quel giorno doveva essere magico e bellissimo per tutti e di conseguenza l’immagine opposta che temevo era di mancanza, di scontentezza e di tristezza.
Due visioni: in una tutti ricevevano esattamente ciò che si aspettavano compresi i miei genitori, tutti erano felici fino a sera in un’atmosfera di serenità e gioia, nell’altra qualcuno era scontento di quello che aveva ricevuto, si sentiva non amato e triste e la giornata passava in litigi e chiusure.
Quindi in me abitava attaccamento per la visione ideale e repulsione per quella triste.
Quali sono le vostre due visioni del Natale? Tiratele fuori per vederle chiaramente.
Ci nutriamo di frequenze di sofferenza in tutti gli ambiti. Desideriamo l’ideale (e spesso quindi impossibile per definizione) e temiamo quanto più possa accadere qualcosa che disti da esso.
Il tira e molla tra queste forze, tra questi due opposti ci toglie energia e vita. L’oscillazione tra attrazione e repulsione origina sofferenza.
Come si fa ad uscire dal gioco? Abbracciando gli opposti.
Se abbracciamo gli opposti la sofferenza non accade. E noi siamo per natura tutti in grado di dimorare nel mezzo di attrazione e repulsione in quell’abbraccio al momento presente che siamo chiamati a vivere, qualunque esso sia. È solo questione di scelta.
Che Natale cercheremo di dare ai nostri figli?
Non possiamo pretendere da loro che abbraccino i due opposti…quello dovremo farlo noi.
A loro dovremmo cercare di offrire la sensazione della possibilità che l’amore e la felicità accadano almeno quel giorno.
Simbolicamente si festeggia la nascita di Gesù; é il giorno quindi della nascita dell’amore ma ancor più della possibilità che ha portato Gesù di essere amore e quindi di essere felici attraverso l’amore. Quel giorno dovremmo fare del nostro meglio per far sentire loro questo. É il giorno della possibilità, é il giorno simbolo della possibilità nella vita di poter essere felici, in pienezza e in amore. Come?
Facendo il possibile per regalare loro quello che desiderano e cercando con tutto noi stessi di passare con loro una bella giornata serena dentro e fuori. Teniamo fuori da quel giorno litigi, chiusure, problemi, incomprensioni, delusioni, rimandiamo tutto al giorno dopo. Quel giorno é la festa della possibilità della pienezza che la vita ci può riservare in ogni direzione, dentro e fuori….aiutiamo i nostri bambini a sentire questa possibilità. É solo per quel giorno, ma il simbolo funziona così; é sufficiente anche solo per quel giorno.
Il dono di Natale rappresenta simbolicamente la possibilità di pienezza che la vita ci può offrire; Babbo Natale é la Vita che ci dona quello che abbiamo nel cuore. Dobbiamo far vedere al bambino che questa possibilità può accadere regalandogli proprio la cosa a cui più tiene. Certo nei limiti del possibile. La letterina di Natale serve a questo: capire insieme al bambino cosa chiedere ed arrivare insieme alla richiesta finale. Ovviamente se chiede una cosa che per tante ragioni non può avere va guidato e direzionato ad un’altra più fattibile ma ugualmente desiderabile.
Se mio figlio desidera una moto vera a 4 anni non posso fargliela scrivere nella letterina a Babbo Natale per poi venir deluso ma cercherò di aiutarlo a desiderare qualcosa di più fattibile ma che ugualmente desidera.
A Natale la delusione non é buona cosa, per questo é meglio decidere prima insieme cosa chiedere. E i bambini sono molto precisi nella loro immaginazione; se chiedono Spiderman non può arrivare Superman pensando che tanto é uguale perché sono due supereroi!
Passare insieme una bella giornata in pace e in pienezza é il modo migliore per passare il Natale. E noi adulti possiamo far accadere questo veramente solo se abbracciamo gli opposti. Facciamo in modo anche solo per quel giorno di scegliere di rimanere nel mezzo di attrazione e repulsione tra immagine ideale e quella che si teme. Prendiamo consapevolezza che non importa cosa accade, se ci invitano o meno al pranzo, se quella persona ci fa il regalo o no…quanto piuttosto se siamo in grado di abbracciare gli opposti, cioè l’immagine dell’ideale e quella di ciò che temiamo, per rilassarci nel qui e ora. Facciamoci questo regalo. Noi adulti facciamo festa alla possibilità di essere felici proprio adesso guardando teneramente tutto quello che quel giorno ci accade. Solo per Natale, ma poiché é un simbolo apriremo una strada, metteremo cioè il seme della possibilità della nostra fioritura. E nel silenzio della nostra pienezza la magia della sacra nascita darà vita alla possibilità della felicità rendendola reale.
Buon Natale a tutti!