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DI CHE RIPOSO STIAMO PARLANDO?
30 Agosto 2022

È un po’ che non scrivo…ma tra vacanze e il ritiro di una settimana, da poco concluso, con un gruppo di persone…non ho trovato l’energia per farlo.

Certo, guidare gli altri alla conoscenza di sé è impegnativo, ma stare a casa con 4 figli non lo è di meno. Per cui, una breve pausa da quei 1000 “mamma” al giorno…ci sta.

La settimana dopo il corso sono a pezzi, così accade ogni anno; mi ci vuole qualche giorno di tranquillità e riposo, cosa assai difficile a casa mia.

In tutto siamo in 6 ma tra amici e morose/i il numero non è mai quello.

Al mio ritorno, comunque, hanno aumentato il numero dei “mamma” come a voler recuperare quelli risparmiati quando non c’ero.

Nemmeno i tentativi di riposo post prandiale sono stati possibili perché tutti, a turno, entravano nella mia stanza con le loro mille richieste e lamenti: “Mamma, posso vedere la tv? Mamma, posso mangiare un gelato? Mamma, la palla è finita su un cactus e l’ha distrutto! Mamma, mio fratello mi ha tirato un calcio in pancia! Mamma, il cane è salito sul tavolo e ha mangiato la mia merenda”.

E i più grandi con: “Mamma, non c’è più niente in frigo, cosa mangio? Mamma, la mia morosa può star da noi per una settimana? Mamma, quel mobile fa schifo dovete cambiarlo! Mamma, mi hai comprato la crema solare? Mamma, i bambini si stanno uccidendo! Mamma, secondo te vado alla festa al mare o a quella in montagna? Mamma, i bambini hanno spaccato il mio bellissimo portacenere greco con una pallonata!”

Ho provato a nascondermi in giro per la casa cercando pertugi comodi per chiudere occhio ma niente…con il loro sesto senso riuscivano tutti a trovarmi subito, anche la lupa che silenziosa si avvicinava per una leccata in faccia. Mi sono anche nascosta in stanza di Ginevra, buttandomi nel suo letto, ma quando lei è entrata, trovandomi lì distesa, è quasi morta dallo spavento: “Ma sei pazza? Che cavolo di spavento! Ma cosa ci fai nel mio letto?”. Così mi sono alzata anche da lì e via. 

Quei pochi momenti che nessuno compariva all’orizzonte facevano comunque talmente casino che pur resistendo il più possibile mi era poi impossibile non intervenire.

Devo dire però che negli anni ho imparato a riposarmi senza dormire granché, per cui, anche rimanendo semplicemente distesa è possibile beneficiare di quello stato di pace interiore sempre disponibile. Spesso si vuole dormire per spegnere i pensieri per un po’ ma si può, con un corretto allenamento e disciplina interiore, comprendere come spodestare i pensieri che vogliono fare da padroni e metterli a tacere, riportandoli ad essere semplicemente utili strumenti. Nascerà allora spontaneo quel grande rilassamento che apre le porte alla nostra naturale presenza. 

Il sonno interrotto o nemmeno iniziato, é comunque una cosa spiacevole, e per me non riguarda il solo sonnellino che è sempre alquanto improbabile, ma anche durante la notte non si scherza affatto: in estate i ragazzi tornano quasi sempre tardi, alle tre, quattro, cinque, sei, sette….e ovviamente li sento, per cui mi sveglio anche se non mi dispero, anzi, provo sollievo per il fatto che siano arrivati sani e salvi.

L’altra notte, alle 4.00, li ho sentiti entrare e farsi una piadina notturna, poi alle 5.00 altri rumori strani, così, mi sono alzata e ho trovato Elia con un amichetto che dormiva da noi, in fila di fronte al bagno per la pipì ad aspettare che Gioele finisse. Li ho guardati terrorizzata credendo che avessero deciso di alzarsi, così ho sussurrato con tono deciso: “Non credete mica di alzarvi a quest’ora? Tornate a letto e non voglio sentire niente fino almeno alle 7.00”.

Sono anche stati bravi perché sono tornati a dormire esattamente fino alle 7.00.

Tuttavia, alle 6.00 è passata un’ambulanza, che non ho sentito ma Shari sì e si è messa ad ululare come ogni volta.

Comunque sia, ci ho messo una settimana a riprendermi dal corso ma ce l’ho fatta, così l’altra sera ho potuto stare sveglia fino alle due con Ginevra e una sua amica a parlare delle loro sofferenze d’amore. Le guardavo pensando: “Che bello avere 51 anni!”.

Alla fine di tutto questo parlare di riposo mi è venuta fame. Credo proprio sia ora di cena; vado a recuperare Gioele che è da mezz’ora in doccia a fare le bolle di sapone con la bocca… ma almeno sono riuscita a scrivere il post. 

Posso concludere dicendo che il riposo più grande e vero accade in quello spazio tra un pensiero e l’altro in cui casa diviene quel meraviglioso silenzio che sa di pace. Comprendere come dimorarvi è una bella ed entusiasmante caccia al tesoro. E comunque a me…rimane solo quello!

Amorebambinifamigliafelicitàfiglilibertàluceriposovita
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Stefano Dell'Orto

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