Vorrei che i miei figli fossero sempre più liberi e felici, vorrei che tutti gli esseri del mondo fossero liberi e felici! Crescere bimbi felici sembra follia in un mondo come questo ma nelle mie Visioni é possibile. L’educazione alla vita è a tal fine un aspetto importantissimo.
Sto cercando di insegnare ai miei figli tutto ciò che i miei maestri di vita mi hanno trasmesso ma questo può accadere solo attraverso l’esempio, attraverso il “suono”, la frequenza che trasmetto.
Se sono in pace loro avvertono pace, se sono inquieta loro avvertono inquietudine.
Fermiamoci un attimo per prendere veramente consapevolezza di questa cosa: passiamo loro le nostre Visioni, il nostro modo di vivere, vedere e sentire il mondo, la vita, gli altri…
Se le nostre Visioni sono tristi e sfiduciate i nostri figli e i nostri studenti avranno Visioni tristi e sfiduciate. Compito nostro é passare loro Visioni di pienezza in modo che possano credere in se stessi, nelle loro capacità e talenti per metterli a servizio della vita e esserne appagati.
Come madre di 4 figli devo dire che è sorprendente come siano tutti diversi; ognuno ha le sue particolarità già dalla nascita.
Ho avuto 4 parti naturali e dai primi minuti di vita ho potuto già scorgere il loro carattere di base.
Sembra proprio che ognuno abbia già una storia personale ancor prima di venire al mondo.
Nell’ultimo capitolo del mio libro I Cinque Abbracci racconto la storia di Martino che ancor prima di venire concepito mi é apparso raccontandomi la sua passata identità poi confermata negli anni successivi da lui stesso. Sembra incredibile ma ciò che racconto é successo veramente.
Dobbiamo cercare di rispettare la storia dei nostri figli perché rinascono proprio per continuare l’apprendimento di questa strana materia che si chiama vita e ognuno ha bisogno di esperienze diverse dagli altri.
Mi accorgo che spesso cerco di usare con i miei ragazzi lo stesso metro di valutazione del bene e del male o del giusto e dello sbagliato che ho usato per me stessa. Questo é limitante perché loro hanno un’altra storia, un altro percorso, un’ altra vita.
Vorrei dare loro una direzione verso la saggezza e verso l’amore lasciandoli liberi di scegliere la loro via, ma questo non è per niente semplice perché loro molto spesso non sono ancora in grado di scegliere consapevolmente e contemporaneamente non posso farlo io per loro. Il mio sforzo più grande é aiutarli a fare la scelta che appartiene di più alla loro natura cercando di non influenzarli con le Visioni che appartengono alla mia storia.
Ho sentito genitori dire al loro bambino delle elementari in tono imperativo: “Tu farai il liceo scientifico”. Non c’era altra possibilità di scelta come se per valere o per avere una vita felice bisognasse fare per forza quella scuola. E così per tutte le altre scelte anche molto pratiche della vita.
Siamo pieni di verità e certezze che abitano in noi e che trasferiamo sui nostri figli. Vogliamo farli passare per la strada che abbiamo percorso noi o per quella che avremmo voluto percorrere senza chiederci quale veramente sia il loro progetto di vita.
Sì perché ognuno di noi ha il suo personale progetto di vita che va onorato, rispettato e ancor prima cercato e compreso.
Immaginiamo che ognuno nasca con in mano un progetto per costruire una casa. Magari il nostro é una casa in mezzo alla natura mentre quello di nostro figlio é un monolocale nella periferia di una città caotica e inquinata o un bungalow di paglia in un villaggio africano. Difficile amare le creazioni degli altri se sono troppo diverse dalle nostre.
Quale progetto hanno nel cuore i nostri bambini? Quale storia vuole creare la loro anima per meglio accrescere in consapevolezza, amore e libertà? Ci siamo mai chiesti questo?
Io me lo domando in continuazione ma ancora non l’ho capito anche se inizio ad avere tanti indizi.
Sì perché non é necessario vedere il progetto nella sua interezza ma i passi che ci sono da fare oggi per andare in quella direzione. E poi forse un giorno più che a noi sarà chiaro a loro cosa veramente vorranno creare in questa vita.
Non c’è un progetto migliore di un altro. Ognuno deve solo realizzare il proprio, unico e personale, che é il motivo per cui é venuto al mondo.
Einstein é stato rimandato in matematica e Edison racconta: «Ricordo che non riuscivo mai a cavarmela, a scuola. Ero l’ultimo della classe». Chissà se i genitori di Einstein e Edison avrebbero mai indovinato il futuro dei loro figli?
A volte sembra che i nostri ragazzi non siano abili in un aspetto quando invece proprio quello potrebbe diventare il loro punto di forza. Ma com’è difficile capirlo! Le nostre Visioni li influenzano e li condizionano impedendo loro di trovare il proprio progetto di vita. Certo lo facciamo a fin di bene ma questo non è consolante.
Per condizionarli il meno possibile dovremmo “fare silenzio dentro” e accogliere con amore tutto ciò che sono ora lasciando ad essi la libertà di esprimersi in totale spontaneità senza essere giudicati. Questo non vuol dire assolutamente lasciar fare ai ragazzi tutto quello che vogliono, ma creare dentro e fuori di noi uno spazio di accoglienza affinché loro si sentano liberi di essere se stessi, manifestandosi spontaneamente per conoscersi veramente. Noi dobbiamo saperli accogliere ma contenere, lasciarli muovere liberamene dentro a confini che vengono allargati in base alla loro capacità di indipendenza e maturità.
A 1 anno non permetto a Gioele di salire e scendere le scale perché si farebbe male ma può salire e scendere dal divano muovendosi liberamente. Elia a 3 anni sale e scende da solo al piano superiore per andare a fare la pipì, ma sto molto attenta a non lasciare le finestre aperte del bagno perché alla sua età potrebbe venirgli in mente di salire sullo sgabello e sporgersi troppo dalla finestra per vedere il giardino sotto casa. Martino 15 anni, può stare a casa da solo la sera se noi non ci siamo, magari con un amico, mentre Ginevra, 12 anni, ancora no tranne al massimo una o due ore durante la giornata. È importante contenere in base all’età di maturazione ma contemporaneamente offrire un ambiente adatto e accogliente affinché si possano muovere in modo autonomo, libero e spontaneo. Questo spazio di accoglienza non é solo fisico ma anche e soprattutto interiore. Spesso invece si tende a giudicare il loro modo di manifestarsi e a limitare i loro movimenti in base ai nostri condizionamenti. Questo non permette ai ragazzi di fare reale esperienza dei propri limiti come anche dei propri talenti e capacità.
L’educatore dovrebbe aiutare il bambino a conoscersi e questo non può accadere se per primo lo definisce.
Le etichette, le Visioni, che incolliamo sui nostri bambini possono essere amputazioni che li limiteranno tutta la vita; quindi…cerchiamo di far silenzio per ascoltarli di più, non per giudicarli o definirli ma per permettere a loro stessi di scoprirsi pian piano e nel tempo attraverso la loro spontaneità.
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