Vorrei raccontarvi del primo lock-down nel marzo 2020.
Martino, soprattutto in quel periodo, era un po’ ipocondriaco.
Arrivava da me, ogni ora, descrivendomi i suoi sintomi tremendi e assolutamente non normali tipo: “Quando inspiro mi entra l’aria da un orecchio e dall’altro no…quando fumo, non sempre ma ogni tanto, sento di avere una specie di bruciore ad un polmone, sudo troppo, la testa per mezz’ora mi ha pulsato dolorosamente in 2 punti diversi…”. Per fortuna, non ha avuto nessun tipo di sintomo che anche solo assomigliasse vagamente a quelli del coronavirus, altrimenti si sarebbe messa male per tutti.
Preso dalla disperazione dello stare in casa senza poter vedere amici e morosa si mise, i giorni successivi, a riordinare e pulire la credenza, i mobiletti della cucina, spazzare il portico, spazzolare il cane e a continuare in modo ossessivo a passare la sua stanza con il Dyson.
Forse però, si immedesimò troppo nel padrone di casa, per cui, nel momento in cui misi la legna nel camino per accendere il fuoco, guardò attentamente come l’avevo disposta e mi riprese con fare seccato: “La metti talmente male e in modo così insensato, nonostante io ti abbia detto infinite volte come si fa, che devi avercela con me per forza…lo fai apposta per provocarmi!”.
Il centro della nostra casa é una grande sala con un camino centrale vicino al quale praticamente vivo io la maggior parte dei miei pomeriggi e attorno al quale si alternano i figli, in un continuo andare e venire, per condividere con me, ogni sorta di problema, dal pratico all’esistenziale.
Così, a rotazione, arrivavano tutti a parlarmi delle loro questioni: i bambini che mi chiedevano ogni cosa che non potevano avere solo per il gusto di farmi impazzire e gli altri due, disperati per il fatto che non potevano uscire di casa, mi assillavano con i loro lamenti.
Io, visto il periodo, pensai bene, con mio marito e con un gruppo di persone (ognuno a casa propria), di fare un ritiro di 100.000 mantra, così mi dedicai al silenzio ancor più del solito, cercando di rimanere al centro del ciclone.
Le cose accadono e non occorre agitarsi tanto; piuttosto sarebbe meglio lasciarle passare dimorando in pace al centro di sé.
E anche mio marito lasciò scorrere le cose quel pomeriggio quando, mentre stava lavorando da casa in una conference via Skype con clienti algerini, comparve alle sue spalle, nello schermo del pc, qualcosa di insolito: Ginevra che iniziò a fare ginnastica con i suoi leggings rosa shocking attillatissimi, sculettando qua e là, portando l’attenzione dei clienti non più su Stefano ma su di lei.
Mi arrivò una tempestiva chiamata telefonica che mi implorò di far rientrare mia figlia.
I bambini giravano e giravano in bici per il giardino, i lupi dietro di loro e, ogni tanto, anche io al seguito, lentamente, con la mia mala in mano a sussurrare mantra, sempre in silenzio, tranne in quei momenti che richiedevano le mie urla furiose.
I giorni passavano e tutti i figli, arresi ad un ritmo più lento e casalingo, si trovarono, loro malgrado, a vivere una strana armonia, nata forse dalla sospensione di quella folle corsa ad un fare continuo. Si stavano tutti aprendo al dover stare….e questo, portò quiete.
Vidi Ginevra dipingere con gli acquerelli; non succedeva da anni.
Elia finì uno scaldacollo ai ferri e Gioele mi regalò una cintura fatta a maglia-dito.
Martino, nel rimanere solo con se stesso così a lungo, ebbe modo di revisionare la sua vita e di chiarirsi le idee su più fronti.
Era primavera e gli alberi, si riempirono di fiori. Osservando quell’atmosfera di ovattato silenzio vidi chiaramente come ogni difficoltà porta già in sé il tunnel di luce per uscirne, come una nuova nascita che rende più ricchi di esperienza e quindi di vita.
Mostrai a tutti e 4 questo insegnamento, rapportandolo al loro vissuto effettivo. Chiesi loro di osservare in sé quanto, un periodo che sembrava impossibile affrontare, aveva in realtà offerto anche dei doni preziosi.
Dissi loro di ricordare sempre che non occorre aver paura delle difficoltà, perché nulla accade a caso e tutto è anche sempre una possibilità.